23 maggio 2024

Istat: Rapporto Benessere equo e sostenibile 2023

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Il Rapporto annuale BES dell'Istat offre un quadro integrato dei principali fenomeni economici, sociali e ambientali che caratterizzano il nostro Paese.

La maggior parte degli indicatori del dominio Salute (10 su 15) registrano una situazione di stabilità o di miglioramento, rispetto all’anno precedente.

Malgrado l’indicatore di salute mentale sia stabile (68,7 nel 2023, contro 69 nel 2022), dal 2020 si osserva un preoccupante peggioramento del benessere psicologico soprattutto tra i più giovani, in particolare le ragazze.

Mostrano un peggioramento rispetto all’anno precedente, la speranza di vita in buona salute, che nel 2023 scende a 59,2 anni contro i 60,1 del 2022.

Tra gli over 75 anni, le persone in condizione di multicronicità e con gravi limitazioni sono passate dal 47,8% del 2021 al 49% del 2022.

In peggioramento anche la mortalità infantile, che nel 2021 è risultata pari a 2,6 per 1.000 nati vivi, in aumento rispetto al 2019 - 2020 (quando il valore era pari a 2,5).

Nel medio e lungo periodo anche l’indicatore dell’obesità si conferma in aumento.

Differenze territoriali

Le province autonome di Trento e Bolzano, con 5 indicatori su 15 che assumono i valori massimi di benessere, guidano la classifica delle realtà più virtuose. All’opposto, la Campania e la Basilicata si attestano più spesso delle altre aree sui valori minimi (rispettivamente in 5 e in 4 indicatori su 15).

Tra gli indicatori con maggiore variabilità territoriale rispetto alla media nazionale ci sono:

  • la speranza di vita in buona salute alla nascita (valore migliore nella provincia autonoma di Bolzano, valore più critico in Basilicata)
  • la mortalità infantile (con il livello migliore in Valle d’Aosta e il peggiore in Calabria).

Il differenziale geografico della vita attesa in buona salute nel 2023 è di circa 4 anni a svantaggio del Mezzogiorno (56,5 anni), rispetto al Nord (60,6). Dopo la riduzione del divario Nord-Sud ai livelli minimi del 2021 e 2022 (circa 2,5 anni), il differenziale ritorna a livelli pre-pandemia (era pari a 3,9 anni nel 2019).

Nonostante la maggiore longevità delle donne, spetta agli uomini trascorrere un maggior numero di anni da vivere in buona salute: nel 2023 la speranza di vita in buona salute alla nascita è pari a 60,5 anni per gli uomini e 57,9 per le donne.

Gli indicatori il cui livello è meno variabile tra le regioni sono: l’indice di salute mentale, la speranza di vita alla nascita e la speranza di vita senza limitazioni nelle attività a 65 anni.

“La quota delle persone che hanno dovuto fare a meno delle cure ammonta al 7,6% sull’intera popolazione nel 2023, in aumento rispetto al 7% dell’anno precedente. Con 372 mila persone in più si raggiunge un contingente di circa 4,5 mln di cittadini che hanno dovuto rinunciare a visite o accertamenti per problemi economici, di lista di attesa o difficoltà di accesso”.

Fonte: Istat (BES 2023 – Sanità)

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