La medicina ha sempre ricercato l’ausilio di strumenti in grado di aumentare le potenzialità e l’efficacia dell’intervento del medico. L’iniziale contributo della tecnologia alla medicina ha riguardato soprattutto la fornitura di strumenti chirurgici.
Nel corso del XIX secolo cresce l’interesse per i primi strumenti che consentivano l’osservazione diretta del funzionamento degli organi e la misura di alcuni parametri funzionali quantitativi d’interesse diagnostico. L’utilizzo del microscopio per studiare i tessuti e i liquidi biologici e la scoperta dei raggi X (1895) rappresentano una rivoluzione nella diagnostica.
Nel corso del XX secolo la strumentazione biomedica, sia diagnostica che terapeutica, assume un’importanza determinante in medicina e in sanità grazie ai progressi delle tecnologie elettroniche e di quelle informatiche. Questa evoluzione ha aumentato le possibilità di cura e ha mutato il rapporto medico - paziente e l’approccio del medico alla cura.
Ingegnere biomedico o Bioingegnere
Nascono nuove figure professionali in grado di applicare le proprie competenze ingegneristiche, tecniche e scientifiche alla soluzione di problemi in ambito biomedico. La varietà e vastità dei problemi da affrontare (metodologici, tecnologici, di sicurezza, organizzativi, economici, gestionali, ...) porta a suddividere il settore della bioingegneria in ulteriori aree operative, corrispondenti ad altrettante figure professionali.
In Italia, le prime attività di bioingegneria risalgono agli anni ‘60 del secolo scorso. Il CNR avvia il Programma Speciale Tecnologie Biomediche, di durata triennale, che rappresenta il primo tentativo organico di coordinare la ricerca italiana nel settore, facendo cooperare medici, biologi, fisiologi, fisici, matematici e ingegneri in gruppi tematici unitari.
Nel 1982, la bioingegneria viene ufficialmente riconosciuta a livello accademico, con la costituzione del raggruppamento concorsuale di Bioingegneria, dal quale derivano gli attuali settori scientifico-disciplinari Bioingegneria elettronica e informatica e Bioingegneria industriale.
Le funzioni dell’ingegneria clinica sono progressivamente passate da quelle di un servizio tecnico con compiti di manutenzione e di verifica della sicurezza elettrica a quelle di un organismo direzionale (spesso, quindi, in staff alla Direzione) con compiti di gestione della tecnologia e di risk management.
Parallelamente le competenze richieste agli ingegneri clinici sono passate da quelle iniziali, prevalentemente di tipo elettrico-elettronico, all’integrazione di più competenze tecnico-gestionali.